Fotografiamo quel che siamo
Questa frase l’ho sentita migliaia di volte e non solo da quando faccio il fotografo di matrimoni. Fin da ragazzo, quando presi in mano per le prime volte la kodak reginette di mio papà, i fotografi più esperti mi ripetevano questa cosa. Ammetto che per molto tempo non ne capii il senso poi un bel giorno fu come una folgorazione.
Il percorso fotografico è molto lento e i miglioramenti sono lenti e graduali ma le prese di coscienza sono invece sempre state dei flash nella mia vita.
Un giorno riuscii a capire che tutto quello che vediamo, ascoltiamo e viviamo influisce sul nostro modo di fotografare. Le fotografie di ogni fotografo di matrimonio rispecchiano il fotografo stesso. I nostri gusti influiscono sul modo di inquadrare e scattare le nostre fotografie. A parità di situazione e soggetto, ogni fotografo scatterà una fotografia diversa. Ci sarà chi la fa in orizzontale, chi in verticale, chi obliqua, chi con una grande profondità di campo e chi con pochissima, chi deciderà di postprodurla con dei colori saturi, chi meno e chi la farà in bianco e nero… poi all’interno di queste macro strutture ci saranno ancora molte altre varianti.
Questa decisione la prendiamo in modo molto veloce e apparentemente istintiva. In realtà questa decisione è frutto della nostra cultura. Tutto ciò che vediamo nella nostra quotidianità e i gusti che con gli anni ci formiamo ci portano a scegliere l’una piuttosto che l’altra soluzione.
A me il mondo piace, lo vedo ancora con gli occhi di un bambino che vede tutto bellissimo e gioioso. Ecco perché cerco sempre la bellezza e la gioia nei miei scatti. È una ricerca continua che ovviamente faccio in modo quasi inconscio. Quando scorro le fotografie di un matrimonio mi rendo conto che ci sono moltissime persone sorridenti e sotto una bella luce. Le spose poi… per me la sposa è una principessa, emana luce e bellezza. In ogni fotografia, dallo scatto alla post produzione, cerco di renderle giustizia e restituirle tutta la sua bellezza.
