Ritratti nel reportage
Il ritatto nel matrimonio è qualcosa di così abituale da risultare quasi scontato. Ma cosa c’entra il ritratto con il reportage? Nel reportage si fotografa quello che succede e non c’è spazio per i ritratti e quindi il ritratto è l’antitesi del reportage.
Questa è la convizione superficiale che si può avere riguardo il reportage. Certo, il ritratto stretto, detto anche primo piano, è piuttosto improbabile che venga utilizzato da un fotogiornalista ma il ritratto contestualizzato che racconta dove siamo e cosa stiamo facendo è fondamentale. Senza voler esagerare negli esempi, anche Henri Cartier Bresson ha fatto un libro di ritratti. In questo ambito però è il caso di fare chiarezza, il ritratto che fa il fotogiornalista non è lo stesso che farebbe un ritrattista esperto. Le pose che un bravo ritrattista riesce a far assuemere ai suoi soggetti hanno una base plastica e tutta la composizione della fotografia hanno come scopo l’estetica, il fotogiornalista invece ha sempre come scopo il racconto, quindi l’estetica è importante (mai nessuno ha pensato di rendere “brutto” il soggetto) ma non è fondamentale, quello che più conta è riuscire a raccontare.
A questo proposito va anche fatta una distinzione sui ritratti che spesso vengono “venduti” come reportage e invece sono semplicemente dei ritratti stretti, composti con il teleobiettivo in modo che il soggetto non se ne accorga. Questo non è reportage, quel tipo di ritratto non sta raccontando nulla, quel tipo di foto non è ben curata e composta come dovrebbe essere un ritratto e non racconta una scena come il ritratto fotogiornalistico, quel tipo di foto è un ritratto “facile” fatto senza l’apporto creativo del fotografo.
Ad ognuno il suo ritratto…