Parliamo di … stampa fotografica
Quando si parla di stampa fotografica il pensiero vola subito alla camera oscura e l’ingranditore. Quel tipo di stampa che fino a pochi anni fa era parte integrante del lavoro del fotografo, quella cosa che per impararla si stava pochi minuti ma poi, per ottenere buoni risultati, ci volevano anni di esperienza. Quel tipo di stampa, purtroppo, è rimasto solo una nicchia molto ristretta e quasi a totale appannaggio degli amatori evoluti. Oggi, dopo l’avvento e la massiccia diffusione del digitale, le 2 tecnologie di stampa fotografica professionale utilizzate sono la stampa chimica e la fine-art.
La stampa chimica è molto simile alla stampa del colore tradizionale, ovvero ci sono delle emulsioni che sviluppano la carta fotosensibile e altre che ne fissano lo sviluppo e i colori. La differenza sostanziale tra la stampa tradizionale e questa sta nell’esposizione della carta: ai tempi dello sviluppo “analogico” l’immagine veniva proiettata dalla pellicola sulla carta mediante un ingranditore, (un proiettore che permetteva di definire la dimensione dell’immagine proiettata) oggi invece il file viene interpretato da un software che dà le indicazioni ad un laser o led oppure lcd i quali proiettano l’immagine sulla carta che poi viene sviluppata e fissata come un tempo. Le differenze fondamentali tra la stampa tradizionale e quella digitale sta nella profondità colore, ovvero nell’ampiezza dello spettro di colori che i sistemi digitali riescono a riprodurre. Questo “spettro” è di gran lunga inferiore a quello che si poteva ottenere direttamente dalla pellicola. Questo tipo di stampa è comunque molto valida e di buona qualità per il colore ma assolutamente inadatta alla stampa del bianco e nero. Il motivo di questa affermazione è molto semplice, la stampa da file digitale viene convertita in segnali digitali e proiettata sulla carta mediante la fusione dei colori RGB di cui sono formati i sistemi digitali. Che si tratti di laser, LCD o Led, la generazione del colore nasce dalla miscelazione di pixel rossi, verdi e blu. Quindi quando andremo a stampare il bianco e nero verrà sintetizzato da questi 3 colori per diventare neutro (grigio). Per cercare di semplificare: un file di stampa ad 8 bit (2 elevato alla 8), mi darà 256 gradazioni per ogni colore: 256rossi x 256 verdi x 256 blu. Per ottenere il grigio neutro, i pixel dovranno lavorare alla stessa intensità tra loro quindi annullando di fatto 2 canali, avrò così solo 256 gradazioni di grigio. Naturalmente questa spiegazione è un po’ semplicistica ma può far capire quanto si riducano le sfumature e la quantità di grigi offerti da una stampa in bianco e nero fatta dal minilab.
La stampa Fine Art è una stampa a getto d’inchiostro effettuata con tecniche sofisticate. Eseguita con inchiostri (solventi e a polvere) speciali, riproduce tutta la gamma tonale, conserva i dettagli nelle ombre e nelle luci ed ottiene un nero profondo. La scelta del materiale su cui stampare è di fondamentale importanza, concretizza l’intenzione di partenza permettendo di veicolare al meglio il senso della stampa finale. Per questo motivo, le stampe esposte e acquistate da Musei, Gallerie e collezionisti sono realizzate con questa tecnica. Le stampe fine-art vengono realizzate con tecnologie inkjet ad elevato contenuto tecnologico direttamente su carte Fine-Art professionali: queste sono carte in cellulosa di cotone al 100%, pressate a freddo, esenti da acidi e con Ph neutro, di dimensione variabile. Questa carta artistica e genuina è fatta di 100 % cotone e pura cellulosa alpha. Una superficie morbida e con textures presentano delle delicate membrane protettive ideali per la stampa Inkjet. Vengono inoltre utilizzati inchiostri pigmentati anti-UV esenti da solventi, che hanno una lunga durata, ideale per mostre o esposizioni in gallerie d’arte e musei. Gli inchiostri appositamente formulati e la tecnologia multistrato sei/otto o dodici colori contribuiscono a creare tonalità continue e transizioni cromatiche omogenee. La stampa in bianco e nero fine-art è lo stato dell’arte della stampa fotografica. A differenza della stampa chimica, nella stampa fine art il grigio non viene prodotto per miscelazione di colore ma mediante sei oppure otto gradazioni di grigi diversi, che vanno dal nero profondo al grigio chiarissimo. Questi inchiostri, per la massima qualità della stampa in bianco e nero, sono realizzati a pigmenti di carbone. La qualità di stampa della tecnologia fine-art è ampiamente aprezzabile anche da un occhio inesperto. Purtroppo, il costo delle stampe fine-art è notevolmente superiore alla stampa chimica e questo fa si che molti professionisti non la prendano in considerazione; per scelta filosofica e qualitativa, noi abbiamo adottato la stampa fine-art su tutte le nostre stampe in bianco e nero e sugli album di matrimonio. Siamo fermamente convinti che curare la stampa faccia parte della qualità del nostro servizio che inizia dall’accoglienza, prosegue con lo scatto e la post-produzione per finire con una stampa all’altezza… i costi? Abbiate pazienza ma la qualità ha il suo prezzo!