Il Galateo al Matrimonio

Riprendo il testo da un articolo scritto e pubblicato da Chiara Beccaro:

IL GALATEO DEL MATRIMONIO: L’ENTRATA IN CHIESA E IN COMUNE
Matrimonio Cividale del Friuli
Matrimonio Cividale del Friuli

Oggi vi propongo un post chiarificatore, a prova di galateo, su quelle che sono le regole da seguire per l’ingresso in Chiesa ed in Comune degli sposi…così cerchiamo di far luce su quel momento speciale che crea tanta agitazione;-)!!

IN CHIESA

La prima regola da seguire è che lo sposo e gli invitati si devono recare in chiesa prima della sposa. I parenti della sposa si distribuiranno nell’ala sinistra, quelli dello sposo nell’ala destra. Lo sposo entra in chiesa al braccio destro della madre o di chi ne fa le veci, mentre la Sposa al braccio sinistro del padre. Alla sposa è concesso arrivare con un leggero ritardo per creare una giusta attesa tra gli invitati e per farsi affidare al padre dal suo futuro marito. Una musica solenne accompagna l’entrata della sposa, il repertorio di musiche sacre adatte alla cerimonia nuziale è vastissimo, meglio quindi scegliere qualcosa di originale e poco sentito. Se sono previsti damigelle e paggetti, questi devono essere vestiti allo stesso modo ed essere sempre in numero pari. Generalmente alla damigella spetta il compito di sistemare il velo della sposa sia all’entrata che all’uscita dalla chiesa. I testimoni invece si disporranno davanti all’altare ai due lati della coppia.

IN COMUNE
Anche il matrimonio civile richiede il rispetto di alcune regole sia formali che di comportamento, possiamo parlare quindi di galateo anche per il matrimonio in municipio. Spesso la sala comunale, troppo austera e sobria, desta qualche perplessità circa la cornice emotiva che gli sposi immaginano e desiderano. Ma, con le dovute autorizzazioni, anche la sala comunale più spoglia può regalare la giusta atmosfera grazie a un accompagnamento musicale adeguato e a delicati addobbi floreali. La sposa entra nella sala comunale al braccio sinistro del padre, se vuole indossando l’abito bianco, anche se è sconsigliato completarlo con il velo o avere uno strascico troppo lungo, e stringendo tra le mani il bouquet. Ad accoglierla ci sono i parenti e gli invitati, disposti appena dietro le sedie degli sposi (a sinistra quelli di lei, a destra quelli di lui), e ad attenderla, lo sposo, in piedi accanto al tavolo dove il consigliere comunale o il sindaco celebrerà il matrimonio. Alla fine del rito, gli sposi lasciano la sala comunale al suono (se lo desiderano) della marcia nuziale e sotto il tradizionale lancio del riso.
Il rito civile è molto breve ed essenziale: in una ventina di minuti, gli sposi affiancati dai testimoni si dispongono di fronte al sindaco o a un Ufficiale di Stato Civile appositamente incaricato che legge gli articoli 143- 144-147 del Codice Civile, rivolge la tradizionale domanda “Vuoi tu…” sia a lui che a lei, porge gli anelli per lo scambio, firma e fa firmare agli sposi e ai testimoni il registro comunale. Secondo la legge, i testimoni, maggiorenni, devono essere due.

Queste sono le regole cari sposini, tenete però presente che, dal momento che il matrimonio è uno dei riti sociali più antichi, le regole di bon ton che si tramandano di generaziuone in generazione non sempre sono la soluzione ottimale a determinate situazioni che un tempo non si verificavano. Il vostro matrimonio deve essere un giorno felice e sereno, deve essere il VOSTRO giorno quindi, se alcune regole vi stanno strette o proprio non si adattano alla struttura delle vostra famiglia o al vostro modo di fare, cercate di trovare una soluzione che possa soddisfare le vostre esigenze e che rispecchi maggiormente il vostro modo di essere: non c’è niente di male a tirare fuori la propria personalità!!

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